Chi è il
Maltobirrofilo? Andiamo a scoprirlo…Il variegato mondo del collezionismo
riserva, anche alla birra un grande interesse. Dagli oggetti più umili, quali
le etichette e le sottocoppe, si arriva persino a raccogliere quadri e oggetti
preziosi inerenti la nostra bionda bevanda. Ricordiamoci che il collezionista,
però, non è attratto indispensabilmente dal valore di uno o l’altro oggetto,
bensì dalla bellezza o dalla stravaganza di ciò che riesce a trovare. I settori
di ricerca del “Birrofilo” sono quindi numerosi. Ogni giorno, fanno visita alle
fabbriche di birra, richieste di etichette, tappi a corona, sottocoppe,
barattoli e così via. Esistono organizzazioni attive che si muovono in questo
senso, operando con entusiasmo ammirevole, una su tutte, il club degli “Amici
della Birra”, diffusosi in tutta Italia sempre presente ad ogni manifestazione
birraia. Nel campo delle etichette, alcuni collezionisti ne contano centinaia
di migliaia. Pare che di sottocoppe, o più spesso chiamati sottobicchieri, un
certo Leo Pisker ne possegga circa 110.000, tutte diverse l’una dall’altra. Per
i tappi a corona, c’è una corsa alla rarità delle “prove stampa”, a volte
introvabili come i francobolli. Poi ci sono ovviamente anche le chiavi apri bottiglia,
di infinite varietà e materiali: lamiera, ottone, rame, legno, argento e
addirittura oro. Anche i barattoli o le lattine, chiaramente fanno la loro
parte, in quantità e varietà non indifferenti, ma il collezionismo classico
birraio, si rivolge principalmente ai boccali: di legno, di ceramica,
porcellana, stagno, argento, avorio e oro. Si estende anche ai manifesti
pubblicitari, come quelli affascinanti d’inizio secolo in stile liberty, o le
pregiate stampe inglesi, per arrivare addirittura a veri e propri quadri di
numerosi artisti, facenti parte per dipiù della scuola tedesca e fiamminga.
Prima
abbiamo citato i francobolli, come confronto di rarità; ebbene, esiste anche
una filatelia riguardante l’arte birraia, esemplari raffiguranti Jacobsen,
Pasteur e molti altri luminari, che nella storia hanno contribuito allo
sviluppo scientifico della birra; oppure raffiguranti le varie materie prime o
le fasi di fabbricazione, oltre a moltissimi che riportanto splendidi boccali
di birra.
Un po’
ovunque, nel mondo stanno sorgendo musei, che raccolgono cimeli di impianti e
attrezzi birrari dei tempi passati, rendendo possibile, in alcuni casi, la
ricostruzione di intere sale di cottura e imbottigliamento, con macchinari
diversi. Ricchissimo è il campo anche della bibliografia birraia. Migliaia sono
infatti i volumi scritti sulla birra: ricordiamo fra i primi quello di Martin
Schook, del 1661, Liber de Cervisia, scritto
in latino con cui l’autore diffuse l’arte di produrre la birra. Infine
ricordiamo la scripofilia: ovvero l’arte di collezionare vecchi certificati
azionari e obbligazionari, singolare passione che permette di rivisitare la
storia delle fabbriche di birra, o talvolta di certificarne l’effettiva esistenza
di alcune, essendone sparita ogni traccia.
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