Dopo aver
visto i vari ingredienti principali per la produzione della birra, eccoci
giunti al momento di ad andare a descrivere, passo per passo, le varie fasi di
procedimento.
Una volta
maltato l’orzo, o il cereale scelto, si deve lasciar riposare per circa un mese
prima del possibile impiego. Una volta trascorso questo tempo, ecco che il
primo passo da eseguire per l’utilizzo del malto è la macinazione. I chicchi e
la scorza esterna dovrebbero essere macinati senza che siano frammentati
eccessivamente poiché, durante la filtrazione, fungeranno, appunto, da filtro
naturale. La grandezza dei frammenti ottenuti dal chicco, perciò, dovrebbe
essere di un paio di millimetri. La teoria della macinazione vuole che tutti i
frammenti siano di egual diametro massimo: il meccanismo consigliato è quello
della compressione del chicco da parte di due superfici rigide che portano allo
“scoppio” del chicco senza polverizzarlo. Infatti mentre una macinazione troppo
grossolana non permette la giusta estrazione degli zuccheri dal chicco, una
troppo fine non consente un’adeguata chiarificazione della birra e intaserebbe
il letto filtrante delle trebbie stesse, che invece risulterà, anch’esso,
essere un passo determinante durante poi la filtrazione. Un'altra regola è
quella di macinare il malto poco prima del suo utilizzo, questo per due
semplici motivi: il primo è che certi aromi si possono perdere se il chicco
macinato viene lasciato all’aria per troppo tempo, il secondo è che se la
macinazione viene fatta presso mulini industriali piccoli insetti che vivono in
questi ambienti possono infestare il macinato rendendolo inutilizzabile nel
giro di pochi giorni. Pochi sono i mulini adatti a questo scopo. Per ottenere
questo tipo di macinazione sarebbe ideale acquistare, da un rivenditore, un
mulino per malto, che sono strumenti più o meno grandi, ma ne esistono anche in
formato casalingo, composti da due cilindri rotanti che schiacciano il chicco
del malto. Un attrezzo strettamente casalingo potrebbe essere un macinino per
caffè regolato in modo che la distanza tra la macina e la base sia circa la
metà del diametro dei chicchi, dunque circa un millimetro; evitando quindi di
sminuzzare troppo le scorze, che, come dicevamo prima serviranno poi per la
filtrazione del mosto, e che comunque contengono sostanze amare le quali
sarebbe meglio non estrarre. Il macinato ideale, quindi, ha le scorze ancora in
forma di pagliuzze, poca farina e la massima quantità di semolino piuttosto
grosso. Per ogni litro di birra di 12°P si macinano, in genere, circa 200
grammi di cereale e, in diretta relazione al grado, di più per le birre più
forti e meno per le più deboli.
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